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tutto ciò che può piacere, e sento già molta affezione per voi. —

«Alabus sorrise, e strinse al seno il principe, che lo prese per mano e non l’abbandonò più.

«— Cavaliere,» disse l’emiro, «mio figlio troverà in voi un altro me stesso; spero che approfitterà degnamente delle vostre lezioni, e diventerà il più valoroso dei nostri guerrieri. — Farò il possibile,» rispose Aiabus, «e sono già sicuro dell’esito. —

«Il giovane Habib s’applicò con ardore a tutti gli esercizi del corpo. Il suo maestro a poco a poco lo indurava alla fatica; il suo coraggio e la sua destrezza crescevano colla forza; ogni giorno faceva nuovi progressi, ed in breve diede luminose prove del suo valore nelle guerre che il padre dovea sostenere contro le vicine tribù. Traversava di notte i deserti, piombando d’improvviso sui nemici; sfidava alcune volte i più valorosi, ed esciva sempre trionfante da que’ conflitti. La sua rinomanza erasi già estesa ben lungi, e passava pel più valente cavaliere del mondo.

«Il cavaliere, o piuttosto il genio incaricato d’insegnare al principe il mestiere dell’armi, doveva abbandonarlo, appena finita la sua missione; Alabus, vedendo che il principe non aveva più bisogno delle sue lezioni, gli disse un giorno, mentre passeggiava a cavallo con lui nella campagna:

«— Figlio, v’è noto che dovete sopportare assai fatiche, correre molti pericoli, ma ignorate qual deve essere il premio di tanti travagli; codesto premio è la bella Dorrai Algoase (1), che regna sulle migliaia d’isole situate all’estremità dell’Oceano, ed abitate ad una volta dai geni e dagli uomini. Queste due schiatte vivono insieme sotto le sue leggi colla miglior intelligenza,

  1. in arabo, Dorrai Algawwas, la perla dei marangone.