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po; le loro lance non possono resistere alla violenza dell’urto, e volano in pezzi. I due guerrieri non sono scossi dal terribile incontro, ed impugnano tosto il brando. I colpi son portati e parati da una parte e dall’altra con tal celerità che l’occhio stenta a seguirli; attaccansi, si stringono, s’evitano, fuggono a vicenda: l’aria rimbomba del fragor dell’armi; un nembo di polve avvolge i combattenti.

«L’emiro non tardò a conoscere d’aver da fare con un avversario non a lui inferiore; non giudicò opportuno di spingere più oltre la prova, e fe’ segno allo sconosciuto di desistere dalla mischia. Questi, smontato da cavallo, si gettò ai piedi dell’emiro, egli disse:

«— Se proposi un combattimento all’emiro Selama, non fu per la speranza di vincerlo; desiderava soltanto di non sembrare indegno del posto che sollecito presso suo figlio.

«— Prode cavaliere,» rispose l’emiro, «non ho mai incontrato un formidabil rivale come voi; voleva soltanto da me stesso provare il valore dell’uomo che darò per maestro a mio figlio, e son lieto di poterlo consegnare in mani come le vostre. —

«Ciò dicendo, l’emiro fe’ segno al giovane d’abbracciare lo sconosciuto. Il principe, pieno d’ammirazione per la maestria ed il valore mostrati da quel cavaliere, volò nelle sue braccia, e ne chiese il nome.

«— Mi chiamo Alabus (1),» rispose il cavaliere. — Questo nome,» ripigliò il giovane con vivacità, «non potrebbe essere se non contro la verità, imperocchè, lungi dal sembrar austero e di cattivo umore, come sembrerebbe indicare il vostro nome, riunito

  1. Questo nome significa, in arabo, uomo d’aspetto arcigno, di mal umore, come si vedrà in seguito. E’ opposto nel lesto alla parola dhahouk, d’aspetto ridente, allegro.