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battimenti, e vengo a farvene omaggio, ed offrire mie lezioni al principe Habib. Conosco che posso sembrar temerario sollecitando l’onore di servir da maestro a vostro figlio; ma se volete permettere di cimentarmi con voi, forse non mi stimerete indegno di questo posto glorioso. —

«Gli scheik vicini a Selama vollero impedire che accettasse la tenzone proposta dallo straniero, e gli rappresentarono ch’era forse un cavaliere malvagio e scortese, oppure qualche genio geloso della sua riputazione, il quale sperava vincerlo, usando l’astuzia e la perfidia. L’emiro, sprezzando il timore che voleano incutergli, rispose così:

«— Bravo cavaliere, la nobiltà del vostro contegno, la franchezza e lealtà dei vostri discorsi, m’annunciano ch’io posso, senza disonore, accettare la sfida che mi proponete. —

«Selama ordinò tosto che gli si recassero le sue armi; si rivestì d’una cotta di maglia fina ed alla prova quanto quella dello straniero, prese una scimitarra capace di fendere una roccia, una lancia lunga trenta cubiti, che poteva rovesciare una montagna, e si fe’ quindi condurre il migliore de’ suoi cavalli.»

NOTTE CDLXIX

— Tutta la tribù esci dalle tende per vedere la zuffa. I due campioni scendono in lizza come due furibondi leoni; s’allontanano dapprima, e si precipitano quindi l’un sull’altro colla celerità del lam-