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vostra presenza, l’allegrezza della quale io da tanto tempo non era più suscettibile, e che sarete sempre il benvenuto ogni qualvolta vorrete tornare, senza pregiudizio delle vostre occupazioni o de’ piaceri vostri. —
«Ahmed non rimase più di tre giorni alla corte del padre, e partitone il quarto di buon mattino, la fata Pari-Banù lo accolse con alta gioia perchè non si attendeva a vederlo sì presto di ritorno; la qual sua sollecitudine fu causa ch’ella rimproverasse se medesima d’averlo sospettato capace di mancare alla fedeltà che lo doveva, ed avevale tanto solennemente promessa. Nè lo dissimulò al principe, francamente confessandogli la sua debolezza, e chiedendogliene perdono. Allora l’unione de’ due amanti divenne così perfetta, che quanto l’uno voleva, era pure il desiderio dell’altro.
«Un mese dopo il ritorno del principe, avendo la fata Pari-Banù notato che da quel tempo lo sposo, il quale non aveva mancato di farle il racconto del suo viaggio, e parlarle del colloquio avuto col padre, in cui pure avevagli chiesto il permesso di venirlo tratto tratto a vedere; che il principe diceva, non le parlava più del sultano come se più non esistesse, invece che prima ne faceva sempre parola, stimò se ne astenesse per di lei considerazione. Laonde pres’ella occasione un giorno di tenergli questo discorso:
— Ditemi, principe, avete voi posto in oblio il sultano vostro padre? Non vi ricordate più della promessa che gli faceste d’andare di quando in quando a trovarlo? Per me, non dimenticai certo ciò che me ne diceste al vostro ritorno, e ve lo rammento, affinchè non lasciate trascorrere molto tempo senza adempire alla vostra promessa.
«— Signora,» rispose Ahmed, collo stesso accento