Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/379


363


ganza della vita, le grazie, la modestia. Attaf riconobbe tosto il luogo della scena ancor più facilmente, giacché aveva veduto uscire il visir dalla viuzza; vide parimenti che la casa davanti alla quale Giafar aveva preso riposo era un casino separato dal resto del palazzo, e situato presso i giardini, nel quale abitava la sua sposa; il ritratto della giovane terminò di convincerlo esser dessa, la bella Zalica, colei veduta da Giafar alla finestra, e per la quale aveva concepito una passione tanto violenta.

«— Come son lieto,» disse subito all’ospite, «di poter annunciarvi ch’io conosco l’oggetto del vostro amore, e che nulla può opporsi ai vostri voti! La giovane che vedeste alla finestra fu ripudiata dal marito. Io corro tosto da suo padre per indurlo a non promettere ad alcuno la di lei mano, e vi parteciperò il successo de’ miei passi. —

«Attaf uscì tosto dall’appartamento di Giafar, traversò i giardini, e si recò alla palazzetta abitata dalla sposa, la quale era anche sua cugina. Ella si alzò quando lo vide, venne ad incontrarlo, gli baciò la mano, e dissegli ridendo: — Mio caro Attaf, il vostro ospite è certamente partito. — No,» rispose questi,«ma vengo a trovarvi un istante per avvertirvi di andare, il più presto che potete, dal signor Abdallah, vostro padre. Lo incontrai, un momento fa, sulla pubblica piazza; mi disse che vostra madre ha una colica violenta, e desidera che vi rechiate subito a trovarla. — ,

«La sposa di Attaf, afflitta da quella notizia, si prepara tosto ad uscire, prende seco alcune schiave, giunge alla casa del genitore, e bussa alla porta; sua madre, che si trovava là per caso, aprì. — Sia lodato Iddio,» sclamò la donna vedendo, la figlia; «tu facesti bene a venire a sorprendermi. — Devo piuttosto io ringraziar Iddio,» riprese la sposa di