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per sempre dalla presenza del califfo imperocchè come indovinare ciò ch’egli lesse, ed i motivi che ne fecero spargere le lagrime ed eccitarne il riso? —

«Giafar, immerso in tali riflessioni, stava per entrar in casa, allorchè suo padre, Iahia il Barmecida, già informato dell’accaduto, gli venne incontro e gli disse:

«— Figlio, hai avuta la disgrazia di spiacere al califfo; ma non bisogna disperare di riacquistarne il favore e soddisfare a ciò ch’egli esige da te. Questo avvenimento ha qualche cosa di straordinario e meraviglioso, che permette di sperar ciò che non si oserebbe attendere in una circostanza comune: ma solo il tempo può svelarci questo mistero, e metter fine al tuo infortunio. Oggi vuole il destino che tu t’allontani dal califfo; parti senza indugio, e recati a Damasco.

«— Padre,» rispose Giafar, «ho la maggior fiducia nei vostri lumi e nella vostra esperienza; son pronto a seguire i vostri consigli, e vado soltanto a salutare mia moglie.

«— Non entrare nel tuo palazzo,» riprese Iahia; «abbandona sul momento questi luoghi, ed obbedisci al destino che deve decidere la tua sorte, preparandoti gli avvenimenti che stanno per compiersi in te. —

«Giafar, docile ai suggerimenti del padre, salì tosto sur una mula che trovavasi alla porta del palazzo, e s’incamminò verso Damasco. Dopo un viaggio lungo e faticoso, durante il quale nulla gli accadde di notabile, si trovò allo spuntar dell’alba nella deliziosa valle chiamata il Gouthah di Damasco1, che si stende per più d’una giornata di viaggio intorno alla città.

  1. La parola gouthah significa, in arabo, un luogo fertile, copioso d’acqua e di piante.