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generosità1; cosa che fece dire ad un poeta arabo che Hatem ha fatto perdere il nome a questa virtù.

«Attaf avrebbe potuto far dimenticare similmente il nome di Hatem. Questi, come vostra maestà avrà spesso sentito raccontare, faceva uccidere qualche volta fino a quaranta camelli onde onorare gli ospiti; anzi, un giorno, non avendo per caso nulla da offrire ad un inviato dell’imperatore greco, fece uccidere per lui il proprio cavallo d’inestimabil valore, che passava pel più bello di tutta l’Arabia2.

«Questo sagrificio era grande, ma Attaf ne fece uno maggiore, allorchè, per salvar la vita ad un amico, gli cedette, come vostra maestà lo vedrà in questa storia, una vezzosa sposa, alla quale era teneramente affezionato.

«Il califfo Aaron, un giorno, stanco della moltitudine degli affari di cui erasi occupato, e volendo distrarsi, chiamò il suo gran visir Giafar il Barmecida, e Mesrur, capo degli eunuchi, ed andò con essi in una galleria che racchiudeva un’infinità d’oggetti rari e curiosi. Un gran numero di questi oggetti erano visibili; gli altri stavan chiusi in forzieri preziosi od in armadi di legno di sandalo. Il califfo, senza guardare quelli che colpivano maggiormente la vista per la loro magnificenza, disse a Mesrur d’aprirgli un armadio. L’eunuco l’aperse e s’allontanò alquanto. L’armadio era ripieno di libri, la maggior parte dei quali racchiudavano maravigliosi secreti e stupende predizioni.

  1. Gli autori arabi, per vantar la generosità di qualcuno, dicono ch’è più generoso di Hatem: agwad min Hatem. Quest’uomo famoso morì, secondo gli Annali d’Abulfeda, l’ottavo anno dell’egira, 630 dell’era cristiana.
  2. Hatem ebbe appena ucciso il cavallo, che seppe l’inviato greco esser venuto appunto per chiederglielo in nome dell’imperatore.