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della sua avventura ed il mio amore per lui toccheranno il cuore di vostra maestà, ed ecciteranno verso di noi la sua clemenza.
«Fui altre volte capo d’una masnada di ladri. Noi trovammo un giorno, alle falde d’un monte e sulla riva d’una fontana, un bambino appena nato, avvolto in una stoffa di seta; vicino a lui eravi una borsa contenente mille pezze d’oro. Mosso a pietà di questo fanciullo abbandonato, lo presi, lo portai a casa mia, e l’allevai con tanta cura come se fosse mio figlio.
«Allorchè crebbe in età, lo conduceva meco nelle nostre scorrerie e spedizioni. Attaccammo un dì una carovana composta di gente valorosa e ben armata; molti dei nostri furono uccisi, gli altri costretti alla fuga; il giovane ch’io riguardava come mio figlio, vergognossi di fuggire e fu fatto prigione. Da quel tempo lo cercai inutilmente da per tutto. —
«Di più non abbisognava per convincere il re Azadbakht che il giovane cui stava per uccidere era il frutto della sua unione colla regina Behergiur. Si precipita tosto dal trono, vola verso il figlio, e lo stringe fra le braccia.
«— Caro figlio!» sclamò; «oggetto di tutta la mia tenerezza! stava per immolarti io stesso, e fra poco sarei morto di dolore e rammarico. —
«Stacca quindi i legami del principe, l’abbraccia di nuovo, e gli mette la corona sul capo. Il popolo subito prorompe in trasporti di frenetica gioia, e l’aria rimbomba di sì gran numero di grida, che spaventano e fanno cader qua e là i suoi leggeri abitatori. I tamburi e le trombe uniscono il lor clangore a quelle dimostrazioni di esultanza; il re e suo figlio sono ricondotti in trionfo in città, e rientrano nel palazzo fra il tripudio e le acclamazioni di tutto il popolo.