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stino e quello di vostra madre ch’io deploro; dopo i mali che soffriste, perchè dovete perire d’una morte tanto orribile ed inaspettata! — Tutto ciò che mi è avvenuto,» rispose il principe, «stava scritto in un libro dal quale nulla può cancellarsi; il resto del mio destino è parimenti fissato, e se il termine de’ miei giorni è giunto, nessuna potenza potrebbe ritardarlo.—

«Due giorni e due notti erano trascorsi dacchè si trovavano in quell’orribile situazione; la fame ne aveva quasi interamente distrutte le forze, e restava loro appena un soffio di vita, quando la Provvidenza, che vegliava sui giorni del giovane principe, volle che il re d’Egitto, cacciando, venisse, fino in que’ luoghi, inseguendo una gazzella, che fu presa vicino alla cisterna. Uno de’ suoi, disceso da cavallo per iscannar l’animale, udì uscir gemiti dalla cisterna. Informatone il re, questi si avanzò col seguito, ed ordinò che qualcuno vi scendesse. Il giovane principe e lo schiavo erano vicini a morire; li trassero di là, e slegatili, fecero trangugiar loro liquori fortificanti, che ne rianimarono le forze, richiamandoli alla vita. Il re riconobbe, con istupore, lo schiavo al servizio della sposa, e chiese chi lo avesse ridotto in quella situazione.

«— Io ritornava,» disse lo schiavo, «seguito da molti muli carichi del tesoro che la regina avevami mandato a cercare in Persia; alcuni briganti ci hanno assaliti, spogliati, e gettati colle mani e coi piedi legati in questa cisterna, ove saremmo periti come quelli che vi furono messi prima di noi, se il cielo non vi avesse mandato a salvarci la vita.

«— Chi è questo giovane?» domandò poscia il re. — È,» rispose lo schiavo, «il figlio della nutrice della regina. Sua madre, poco fortunata, mi pregò di condurlo meco per servirvi; io aveva bisogno di