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ch’erale stato raccomandato intorno alla mia esistenza, ed io non posso farmi conoscere in Egitto senza compromettere la buona fede e la sincerità di mia madre.

«— Avete ragione, o principe,» replicò l’ufficiale; «ma quand’anche foste costretto di restare sconosciuto in Egitto, ed attaccarvi al servizio di qualcuno, la vostra vita sarà se non altro sicura. —

«Malik-Schah avendo attestato agli ufficiali che ne avrebbe seguito il consiglio, essi gli diedero tutto il denaro che avevano e le loro provvigioni, lo accompagnarono per un tratto di strada, o presero congedo facendo voti per la sua salvezza.

«Dopo un viaggio lungo e penoso, Malik-Schah giunse in Egitto. Si fermò nel primo villaggio che incontrò, e si pose al servizio d’uno di quegli abitanti, aiutando il padrone nel coltivare la terra e nelle altre occupazioni della campagna.

«Frattanto Schah-Khaton, non avendo ricevuta alcuna notizia dalla Persia dopo l’imprigionamento del figlio, era in preda alla più crudele inquietudine, e non poteva gustare alcun riposo; i piaceri della corte d’Egitto, le feste colle quali il suo sposo cercava distrarla, non avevano per lei alcuna attrattiva; era sempre trista e pensierosa, e non osava confidare al re il motivo del proprio dolore. Essa aveva presso di sè uno schiavo condotto di Persia, e nel quale riponeva molta fiducia; era uomo intelligente, prudente e destro. Un giorno, che si trovava sola con lui, gli disse:

«— Tu sei al mio servizio fin dall’infanzia: conosci l’amore che nutro per mio figlio; sai che sono costretta a tacere su tutto quanto gli concerne, e non cerchi di procurarmi sue notizie?

«— Madama,» le rispose lo schiavo, «l’esistenza di vostro figlio fu sempre in questi luoghi un