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«Malik-Schah, senza sconcertarsi, si avvicinò a quegli ufficiali, e disse loro: — Permettetemi, signori, di farvi una domanda: come sta il re Balavan?
«— Sei tu pazzo?» rispose uno degli ufficiali; «straniero e di più mendicante, a quel che sembra, perchè chiedi tu notizie della salute del re?
«— È mio zio,» riprese Malik-Schah.
«— Se tu non sei pazzo,» continuò l’ufficiate, «certamente, ragazzo mio, sei un impostore: noi sappiamo che il re Balavan non ha nipoti. Ne ebbe uno, ma fu ucciso combattendo contro gl’infedeli,
«— Io sono suo nipote in persona,» replicò Malik-Schah, «gl’infedeli non mi hanno tolto la vita. —
«Il giovane narrò allora tutte le sue avventure. Gli ufficiali lo riconobbero, gli baciarono le mani, ed il più distinto gli disse:
«— Voi siete, il pronipote del nostro ultimo re: voi stesso foste nostro sovrano: noi dobbiamo interessarci per la vostra conservazione, innalzar voti per la vostra felicità, e dimostrarvi quanto c’ispira l’attaccamento ed il rispetto. Allorchè Balavan, per condiscendenza alle preghiere d’alcuni uomini di coraggio e virtuosi, vi fece uscire dalla prigione in cui eravate rinchiuso da quattro anni, e vi affidò il comando delle frontiere, sapeva che dovevate cadere nelle mani degl’infedeli, e cercava ogni mezzo per farvi perire. Dio vi ha liberato da quel pericolo in modo miracoloso; ma come potete voi tornare da Balavan, e riporvi di nuovo in suo potere? fuggite piuttosto da’ suoi stati, e ritiratevi in Egitto da vostra madre. —
«Malik-Schah ringraziò gli ufficiali dell’amore che gli dimostravano, e rispose: — Quando il mio avo, Soleiman-Schah, scrisse al re d’Egitto per accordargli la mano di mia madre, non gli disse che io viveva ancora; essa pure avrà conservato il segreto