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abbandonare la corte del padre, e gli domandò soccorso per rientrare nel regno e riprendere il grado che gli si competeva. Il re d’Egitto, impietosito da quel racconto di cui non sospettava la falsità, lo pose alla testa di numeroso esercito.
«Soleiman-Schah, udita quella notizia, scrisse al re egizio per isvelargli i misfatti di Balavan, dicendo che avea immolato di propria mano il fratello ed il nipotino allora in culla. La lettura di quel foglio fe’ sottentrare l’orrore alla compassione nel cuore del re d’Egitto; e dato ordine d’imprigionare Balavan, offrì a Soleiman-Schah di mandargli lo scellerato carico di catene oppure la sua testa. Lo sfortunato genitore non volendo togliere la vita al figliuolo, benchè colpevole, e persuaso che tosto o tardi pagherebbe il fio del suo delitto, rispose al re egizio, pregandolo soltanto di allontanare Balavan dalla sua corte.
«Il soldano si confermò ai desiderii di Soleiman-Schah, e risolse di fargli alla sua volta una domanda. Quanto aveva udito dire di Schah-Khaton, gli elogi che avevangli fatti della sua bellezza e del suo spirito, lo fecero invaghito di quella principessa; mandò un ambasciatore a Soleiman-Schah per domandarne la mano.
«Il re di Persia partecipò quella domanda alla nipote, e volle sapere quali ne fossero i sentimenti.
«— Io sono maravigliata,» rispose la donna piangendo, «che mio zio mi faccia una simile domanda: io non devo pensare a nuove nozze, dopo aver perduto lo sposo che mi avevate dato; e come potrei allontanarmi da mio zio, ed abbandonare un figlio che forma tutta la mia consolazione?
«— Voi avete ragione,» riprese Soleiman-Schah; «ma debbo parteciparvi i miei timori; io sono vecchio e vicino al termine della mia vita, e temo che