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in seguito per darsi alla gioia ed ai piaceri, ai quali quel giorno era consacrato.

«I visiri giudicarono favorevole quella circostanza, e risolsero di approfittarne. Andarono a trovare i grandi del regno ed i principali del popolo, e li indussero a domandare al re la morte del giovane ministro. Tutti acconsentirono. Si presentarono davanti al re, e gli fecero i complimenti d’uso. Questi avendo loro fatto varie grazie, com’era solito, secondo il grado che ciascuno occupava, e vedendo che non si ritiravano, giudicò che avessero a soggiungergli qualche cosa, e parlò loro in questi termini:

«— Spiegatevi liberamente: io desidero sempre di conoscere la verità, e questa circostanza, mettendomi in contatto con tutte le classi de’ miei sudditi, mi offre l’occasione per trattenermi con essi, di cui son ben lieto di poter approfittare.

«— Sire,» disse allora uno di essi, «noi ringraziamo il cielo di averci fatti nascere sotto al vostro impero; l’equità, la saggezza, la prudenza traspirano da tutte le vostre azioni; tutti i vostri sudditi vi lodano e v’ammirano; ma è necessario aprirvi qui i loro cuori; essi sono sorpresi come voi prolunghiate di giorno in giorno l’esistenza di un giovane che colmaste di benefizi, e che vi tradì indegnamente. Egli è nelle vostre mani; le leggi esigono che esso perisca, o voi date ascolto alle sue menzognere parole! Ignorate senza dubbio che tutto il popolo parla di questo affare, ed è sorpreso d’un’indulgenza la quale può avere le più funeste conseguenze. In nome della giustizia e del rispetto di cui siamo penetrati per la vostra sacra persona e per quella dell’augusta vostra sposa, in nome del riposo e della pubblica tranquillità, noi vi dimandiàmo di non differire più a lungo la punizione del colpevole.

«— Io non dubito,» rispose Azadbakht, «che quanto