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colpito dal bell’aspetto del principe, e commosso dallo stato in cui vedevalo, sospese la ricerca onde si occupava, ed avanzatosi verso di lui, gli domandò chi fosse, ed in qual modo si trovasse ridotto in quello stato. Il principe gli narrò in poche parole la propria storia, e gli disse d’essere stato assalito dai ladri, che lo avevano spogliato ed abbandonato come morto.

«Il cercatore di tesori, udita la storia del giovane, lo impegnò a seguirlo, promettendogli di guarirlo prontamente; lo condusse alla sua abitazione, e ne medicò le ferite, applicandovi vari semplici di cui conosceva la virtù.

«Il principe essendosi perfettamente ristabilito, l’ospite gli disse: — Rallegratevi, o giovane, non potevate fare un incontro più felice del mio: io conosco un tesoro che racchiude immense ricchezze; se volete venire ad aiutarmi a ritirarne alquante, vi darò di che vivere nella più grande opulenza.» Accettata la proposta, il suo ospite preparò alcune bestie da soma, e prese tutti gl’istrumenti di cui aveva bisogno.

«Partirono insieme, e viaggiando per molti giorni, giunsero sulla cima di un alto monte. Il cercatore di tesori prese un libro contenente le indicazioni necessarie per riconoscere i luoghi, lo lesse attentamente, e si pose poscia a scavare. Giunto alla profondità di cinque cubiti, scoprì una larga pietra; ne levò la terra da ogni parte, e la sollevò coll’aiuto del compagno e per mezzo d’una leva, quel tanto ch’era necessario per poter discendere nel pozzo al quale serviva di coperchio. Quando la pietra fu alzata abbastanza, guardarono nel pozzo e lo videro pieno di ricchezze.

«Il giovane voleva discendere subito, ma il suo ospite gli disse che bisognava respirare alquanto, e lasciar all’aria esterna il tempo d’introdursi nel sotterraneo.