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«I visiri, più invidiosi che mai, e furenti di vedere che quanto avevano immaginato per sbarazzarsi del rivale, non aveva fatto che aumentare il suo favore e la fiducia riposta in lui dal re, cercarono un altro mezzo di farlo perire.

«Il re aveva due giovani paggi che amava assai, e non si allontanavano mai dalla sua persona: dormivano la notte vicino a lui, e gli stavano ai fianchi quando prendeva, al dopo pranzo, un po’ di riposo. I visir, avendoli un giorno trovati soli, li trassero in disparte, e proposero loro di dare a ciascuno una borsa di mille zecchini, se volevano render ad essi un servigio. Quei fanciulli avendo premurosamente chiesto qual fosse codesto servigio, uno dei visiri soggiunse:

«— Abutemam ci ha fatto perdere la fiducia del re; noi vorremmo allontanarlo dalla corte. Quando sarete soli col monarca nella sua camera, e che lo vedrete mezzo addormentato, uno di voi dirà all’altro:

«— Bisogna che Abutemam sia ben malvagio per tradire così il re, che lo ha colmato di beni e di favori. — Qual è adunque la sua malvagità?» dirà l’altro. — Egli offende l’onore del re,» ripiglierà il primo, «pretendendo che il re del Turchestan facesse morire tutti quelli che andavano a chiedergli la mano di sua figlia; ch’egli non fu risparmiato, se non perchè ebbe la fortuna di piacere alla principessa; e che essa non è venuta qui se non per di lui amore, e non per amore del re. — Ne sei sicuro?» dirà il secondo. — Se ne sono sicuro?» risponderà il primo; «tutti lo sanno, ma io non oso dirlo al padrone. Tutte le volte che il re è alla caccia od in viaggio, Abutemam va a trovare la regina, e resta solo con lei. —

«I due paggetti non cercarono di meglio che di