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«— Sire,» gli disse il principe quando ebbe finita la sua storia, «ricordatevi che, sollecitando il vostro perdono, io osai promettervi che Dio ricompenserebbe un giorno la vostra clemenza. L’avvenimento ha giustificata la mia predizione, e colui al quale faceste grazia della vita è abbastanza lieto per potervi anch’egli conservare oggi la vostra. —

«Il giovane lo condusse quindi dal padre, al quale raccontò il modo onde aveva riconosciuto e salvato Beherkerd, e quella con cui quel re avevagli altre volte fatta grazia della vita. I due sovrani si abbracciarono ed attestaronsi reciprocamente la loro riconoscenza.

«Beherkerd, dopo alcuni giorni, accommiatossi dal re d’Oman, e fu ricondotto nei suoi stati da numerosa e magnifica scorta. Il pericolo incorso gli fece aprir gli occhi, e cambiare intieramente di condotta: si mostrò lento a punire, facile a perdonare, e fu in seguito amato dai sudditi come n’era stato fin allora temuto ed abborrito.

«Da questo esempio,» aggiunse il giovane intendente, «voi vedete, o re, non esservi nulla di più ottimo della clemenza: un solo atto di clemenza salvò la vita al re Beherkerd, ne ammollì il cuore, vi fe’ germogliare tutte le virtù, e lo rese il modello dei sovrani.—

«Azadbakht, mosso dall’istoria raccontata dal giovane, e cedendo ad un resto d’affezione che conservava ancora per lui, accennò di ricondurlo in prigione.

«L’ottavo giorno, i dieci visiri riunironsi e tennero consiglio assieme contro il giovane. — Qual mezzo impiegheremo noi,» disse uno di essi, «per isbarazzarci di questo vile schiavo, di questo indegno rivale che colle sue ciance rende inutili i nostri artifizi? Se non muore, dobbiamo temere di perir noi stessi: andiamo adunque a trovare il re, e riuniamo i no-