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termini sì teneri e pressanti, che il giovane, fidando nella bontà paterna, e cedendo all’amore che sentiva per lui, partì sul momento. La sua speranza non fu delusa: il genitore lo accolse coi maggiori trasporti di gioia, e gli rese tutto il suo affetto.
«Il principe d’Oman erasi già da alcuni anni riconciliato col genitore, quando il re Beherkerd, desiderando navigar sul mare e divertirsi alla pesca, montò sur un vascello, accompagnato dai principali signori della corte. Quando questo fu scostato dalla riva, alzossi d’improvviso un’orrenda burrasca che lo trasportò in alto mare e ne spezzò gli alberi. Divenuto il trastullo dei venti e dei marosi, fu quasi subito messo in pezzi e sommerso.
«Beherkerd sfuggì fortunatamente al naufragio, si attaccò ad una tavola, e fu gettato, sul finire del giorno, su d’ignota spiaggia. Benchè stanco ed indebolito da alcune ferite fattesi nell’attaccarsi alla tavola che l’aveva salvato, le sue forze non erano ancora esauste. Scorta da lungi una città, diresse i passi da quella parte: era la capitale del regno d’Oman. Beherkerd non potè arrivarvi se non assai tardi; le porte erano chiuse, e fu costretto a passare la notte in un cimitero.
«Il dì dopo alcuni abitanti del vicinato, che si recavano di buon mattino alla città, trovarono vicino al cimitero il cadavere d’un uomo che sembrava stato ucciso in quella medesima notte. Videro nello stesso tempo nel cimitero uno straniero vestito d’abito lacero e lordo di sangue in più luoghi; non dubitando non fosse l’assassino, lo presero e lo condussero dal re, il quale ordinò di metterlo in prigione, finchè si fosse riconosciuto il cadavere, e prese altre informazioni.
«Il re Beherkerd, riflettendo allora sulla sua condotta, diceva fra sè: — Ciò che mi accade è il castigo delle ingiustizie da me commesse: ho fatto molte volte