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stiami di Abusaber diminuivano rapidamente, e stavano per essere affatto distrutti. Sua moglie, afflitta da un avvenimento che poteva cagionare la loro rovina, gli disse dopo alcuni giorni: — Amico, questo leone ha già fatta perire la maggior parte delle nostre mandre; monta a cavallo, ponti alla testa dei tuoi, cerca il covile di quella belva feroce, e sbarazzaci da questo tremendo flagello.

«— Moglie,» rispose Abusaber, «abbi pazienza; è il partito più vantaggioso in codesto caso. Il leone, autore dei nostri mali, è crudele, ingiusto e malvagio: Dio punisce gl’ingiusti; la malizia del malvagio ricade su lui, e la sola pazienza ci sbarazzerà di questo animale. —

«Alcuni giorni dopo, il re, essendo a caccia, incontrò il leone, lo inseguì colla sua gente, lo circondò e lo uccise. Abusaber, udita quella notizia, disse alla moglie: — Non aveva io ragione di dirti che la malizia del malvagio ricade sempre su lui? Se avessi voluto uccidere io stesso il leone, non vi sarei riuscito: ecco il vantaggio della pazienza. —

«Poco tempo dopo, fu commesso un omicidio nel villaggio abitato da Abusaber. Il re, per punire il villaggio, lo fece saccheggiare e distruggere, e si portò via gran parte degli averi di Abusaber; sua moglie allora gli disse: — Tutti quelli che sono vicini al re ti conoscono, e sono convinti della tua innocenza; presenta una supplica al re onde ti restituisca i tuoi beni.

«— Moglie,» rispose Abusaber, «non vi ho io già detto che il male ricade sempre su quello che lo fa? Il re fa del male, e ne sarà punito. Chiunque prende la roba altrui, deve vedersi in breve privo del proprio. —

«Uno dei vicini di Abusaber, altre volte invidioso della sua opulenza, e ch’era sempre stato suo nemico,