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lice, sorse una terribile burrasca: le vele andarono lacerate, gli alberi infranti; il vascello, trasportato per qualche tempo in balia dell’onde, ruppe ad uno scoglio, e si affondò. Il mercatante, atterrata una tavola, fu spinto felicemente dal vento su d’una spiaggia ove scorgevansi molte abitazioni.
«Il naufrago, spossato dalla fatica, rese grazie a Dio di avergli conservata la vita, e si avanzò nudo verso il più vicino villaggio. Incontrò dapprima un vecchio, che gli diede un abito e chiesegli chi fosse. Il mercatante allora gli raccontò le sue sciagure.
«Il vecchio, vivamente commosso dalle disgrazie dell’infelice, gli fe’ portar da mangiare, e gli propose in seguito di prenderlo al proprio servizio in qualità d’uomo d’affari, per invigilare i vari lavori d’agricoltura, promettendogli cinque dramme al giorno.
«Il naufrago ringraziò ii vecchio, ed implorò su di lui le benedizioni del cielo; accettò volentieri l’impiego propostogli, e cominciò ad esercitarne le funzioni. Ebbe cura di far lavorare, seminare, mietere, battere e trebbiare il grano; il suo padrone non pensava a cosa alcuna, lasciandogli la cura di tutto.
«Scorso un anno, il mercante pensò che il padrone potrebbe anche non pagargli il salario ond’erano convenuti, ed immaginò che il mezzo più sicuro fosse di mettere in disparte una porzione del raccolto, pel valore d’un anno di stipendlo, salvo a renderlo al padrone qualora lo avesse pagato. Prese dunque una certa quantità di grano, la nascose, e consegnò il resto al vecchio, misurandolo alla di lui presenza.
«Appena finita quell’operazione, il vecchio disse al mercante di tenersi per sè una quantità di grano equivalente al salario convenuto, e disporre del denaro ricavato a proprio talento. Il vecchio aggiunse che fin tanto egli fosse rimasto al suo servizio, lo pagherebbe nello stesso modo e con pari esattezza.