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nipote non corrispondeva alla propria aspettativa, tenendo invece una condotta affatto opposta a quella che avrebbe dovuto.

«Nadan, vedendosi assoluto padrone nella casa dello zio, e solo possessore della fiducia del sovrano, si lasciò in breve abbagliare da tanta grandezza e prosperità: divenuto altiero ed insolente, dimenticò dapprima ciò che doveva al suo benefattore, ostentava di sprezzarlo, lo trattava da vecchio ignorante ed imbecille, batteva gli schiavi, vendeva masserizie e cavalli, e disponeva a suo talento di tutte le cose affidategli.

«Hicar, informato dell’ingratitudine del nipote, e dell’abuso che faceva dell’autorità ricevuta, non volle che vivesse più a lungo in casa sua, e credè nel medesimo tempo dover informare il re dei motivi che lo obbligavano a quella separazione. Questi approvò la sua condotta, e vietò al giovane visir di turbare lo zio, per qualsiasi pretesto, nel godimento di quanto possedeva.

«Nadan, non potendo più disporre degli averi dello zio, cessò dal visitarlo e dimostrargli alcun segno del rispetto e dell’attaccamento che gli doveva. Hicar, sorpreso da tanto eccesso d’ingratitudine, si pentì della pena avuta per educarlo, e cercò di formare un altro allievo, che meglio corrispondesse ai suoi benefizi. Nadan aveva un fratello molto più giovane di lui, chiamato Nudan; Hicar lo fece venire, l’educò come il fratello maggiore, e lo pose quindi alla testa della propria casa.»