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di donzelle che venivano ad attinger acqua ad una fontana vicina alla riva. Si volse ad una di esse, lo disse d’essere straniero, di aver naufragato, e le domandò in qual paese si trovasse. Gli fu risposto trovarsi poco lungi dalla città di Oman (1), che non aveva se non a valicare il monte vicino, e che vedrebbe la città posta alle falde della montagna.

«Il califfo s’incamminò da quella parte ed entrò nella città. Gli abitanti lo presero per un mercante che avesse fatto naufragio, ed alcuni gli diedero un abito per carità. Quando fu vestito, passeggiò per le vie. Passando pel mercato, la fame lo fece fermare dinanzi alla bottega d’un tavernaio. Questi lo credè uno straniero naufrago, e gli propose di entrare al suo servizio, promettendogli due dramme al giorno ed il nutrimento. Il califfo, non potendo far di meglio, accettò la proposta. Quando ebbe mangiato, e fu installato nel suo nuovo mestiere, pensò così:

«— Che strana situazione! qual cambiamento! Dopo essere stato califfo, rivestito d’un’autorità illimitata, aver vissuto nella magnificenza e tra i piaceri, oggi mi veggo ridotto a lavare i piatti! Io volli vedere cose straordinarie: certamente nulla v’ha di più stravagante della mia avventura da califfo diventando il servo d’un bettoliere. Ma è mia la colpa; che bisogno aveva di provar io stesso la potenza di quel mago? —

«Scorsi alcuni giorni, il califfo passò pel mercato dei gioiellieri; eranvi in gran numero, e facevano esteso commercio, giacchè si pescavano nel vicino mare molte perle, diamanti e coralli. Mentre stava colà, ebbe il pensiero di farsi sensale, piuttosto che continuare a servir il tavernaio. All’indomani, andò al mercato di buonissima ora, e si annunciò come sensale.

  1. Città d’Arabia, sul mar delle Indie, vicine al golfo Persico.