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e punire gli oppressori? Perchè non lo conducono in questo ospitale per visitare gl’infermi, vedere egli stesso il modo onde sono trattati, conoscere i detenuti, ed informarsi dei motivi della loro prigionia?

«Per me, privo d’ogni soccorso, chieggo a Dio di mandarmi questo buon principe, acciò gli possa narrare io medesimo la mia storia. Pregate voi pure per me, rispettabili dervis; forse Iddio ascolterà le vostre preghiere, ed ispirerà al principe il pensiero di venir a visitare questi luoghi. —

«Il giovane avendo così finita la propria storia, Aaron Alraschild esortollo alla pazienza, e l’assicurò che Dio avrebbegli in breve mostrato colui, nella giustizia del quale riponeva la sua speranza. Il califfo tornò in seguito al palazzo con Giafar e Mesrur. — Che pensi tu,» diss’egli al visir, «della storia che abbiamo intesa? — Quel giovane è pazzo,» rispose Giafar, «e le parole de’ pazzi non meritano attenzione. — Eppure i suoi discorsi,» riprese il califfo, «non sono d’un pazzo. Bisogna che tu esamini codest’affare, onde farmene un rapporto, e che noi vediamo se il suo racconto sia vero, o s’egli è realmente folle. —

«Giunti al palazzo, Giafar disse ad Aaron: — Ecco che cosa immaginai per sapere ciò che voi dovete pensare dell’avventura di quel giovane: fatevelo venire davanti, ditegli che vi fu narrata la sua storia, la quale vi sembrò tanto singolare, che vorreste intenderla dalla sua bocca dal principio alla fine. Paragonerete la storia già da lui raccontata con quella che vi narrerà, e se è la medesima, sarà prova che ha detta la verità; se, invece, le due storie si contraddicono, sarà segno certo ch’è veramente pazzo, ed allora lo farete ricondurre allo spedale. —

Piacque, il consiglio al califfo, mandò subito a recare il giovane all’ospitale, lo accolse con bontà, e gli fece raccontare la sua storia, la quale riescì asso-