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tua perfidia non andrà impunita.» Ciò detto, chiamò Morgan (era il nome del suo primo eunuco), e gli ordinò di tagliarmi la testa.»


NOTTE CDXXXVIII


— «Già Morgan s’impossessava di me, quando la vecchia venne a gettarsi ai piedi della sua padrona. — Ahi madama,» le disse, «rivocate la sentenza che pronunciaste; voi non tarderete a pentirvi di avere spinto sì lungi la vendetta, ed il vostro pentimento sarà inutile. Contentatevi di castigare questo giovine; sarà meglio che farlo perire. —

«La mia sposa, cangiando allora pensiero, ordinò alle schiave di stendermi al suolo e bastonarmi. Fu subito obbedita, e mentre mi battevano, essa ripeteva: — Infame, tu dai la tua guancia a baciare ad una sconosciuta!» Oppure recitava, con maligna soddisfazione, alcuni versi il cui senso era: «Che bisogna abbandonare alla rivale il cuore ch’essa ci disputa, e vivere sola, o morir d’amore, piuttosto che avere un amante, il quale divida la sua tenerezza con un altro oggetto.»

«Fui percosso per tanto tempo e con tal forza, che smarrii quasi intieramente i sensi. Poi mi portarono via e mi gettarono sulla strada. I primi che passarono mi credettero ubbriaco. — Non è una vergogna,» disse taluno, spingendomi col piede, «di ubbriacarsi al punto di cadere per la via? — Che dite mai?» disse un altro, considerandomi con maggior attenzione; «costui