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«— Figliuoli,» disse, «sceglierei con grandissimo piacere uno di voi, se lo potessi fare con giustizia; ma considerate voi medesimi se io realmente lo possa. Voi, principe Ahmed, vero è che mia nipote deve la sua guarigione al vostro pomo artificiale; ma, domando io, gliela avreste voi procurata, se prima il tubo d’avorio di Alì non ti avesse somministrato il mezzo di conoscere il pericolo in cui trovavasi, e se il tappeto del principe Hussain non vi avesse servito a venirla a soccorrere prontamente? E voi, Alì, il vostro tubo d’avorio giovè a far conoscere, a voi ed ai vostri fratelli, ch’eravate per perdere la cugina, ed in ciò è d’uopo convenire ch’essa vi deve grand’obbligazione. Bisogna però che ancor voi conveniate, che siffatta cognizione inutile sarebbe rimasta pel bene che le ne derivò, senza il pomo artificiale e senza il tappeto fatato. E voi, finalmente, Hussain, la principessa sarebbe un’ingrata se non vi dimostrasse la sua riconoscenza in considerazione del vostro tappeto, sì opportuno per procurarle la guarigione. Ma considerate che non sarebbe stato d’uso veruno per contribuirvi, se non aveste avuto prima notizia della malattia, e se Ahmed non avesse, per risanarla, adoperato il suo pomo artificiale. Perciò, siccome ne il tappeto, nè il tubo d’avorio, nè il pomo artificiale non mi concedono di dare la minima preferenza all’uno più che all’altro, ma per lo contrario una perfetta eguaglianza a ciascuno, e siccome io non posso accordare la principessa Nurounihar che ad uno solo, vedete voi medesimi che il solo frutto riportato dal vostro viaggio, è la gloria di aver egualmente contribuito a tornarla in salute.
«Se ciò è vero,» soggiunse il sultano, «sarete pur persuasi che tocca a me di ricorrere ad altra via per determinarmi in guisa più certa nella scelta che debbo fare tra voi. Ora, siccome v’ha ancor tempo