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giorni in seno alla vostra famiglia, onde così avere tutto il tempo di gustar il piacere d’essere assieme; scorso tal termine, io vi manderò la vecchia, onde vi riconduca qui bendandovi gli occhi...» La ringraziai, ed essa diè subito gli ordini alla vecchia per l’indomani: ecco, signore, ciò che mi accadde. Ascoltate ora che cosa avvenne nella casa di mio padre.

«Questi essendo rientrato verso sera, e non vedendemi, disse a mia madre: — Ov’è nostro figlio? — Egli non è ancora tornato,» rispose la donna, «ed intanto la notte s’inoltra. Lo manderemo a cercare da uno schiavo.» Ella mandò subito lo schiavo, che trovò chiusa la bottega. Mi fecero cercare presso i parenti, i vicini, e dalle nostre conoscenze; tutta la notte trascorse in vane ricerche.

«La domane mattina, si spedì gente nei giardini, nei luoghi pubblici ed in tutti i quartieri della città; non vi fu un luogo dimenticato. Tutto come potete pensare, tornò inutile, e non si potè scoprire alcuna traccia, nè saper notizia alcuna di me. Dopo tre giorni, mia madre, non avendo più speranza di rivedermi, cominciò a piangermi come morto; radunò gli schiavi, e fece venire i vicini e tutti i miei parenti, che mi piansero con lei.

«Frattanto la vecchia, incaricata, di condurmi, mi tolse il fazzoletto dagli occhi in un sito e se ne andò. Giunto presso alla casa; vidi una turba di donne che venivano a piangere con mia madre, le quali, vedendomi, mi dissero: — Non siete voi Alì Tohelebi, figlio del sindaco dei mercanti?» Io lo affermai, e quelle mi fecero consapevole che i miei parenti da sette giorni piangevano la mia morte, e che andavano a piangermi con essi. Soggiunsero quindi tra loro: — Corriamo presto ad annunziare la buona nuova.» Tosto le donne, che giunsero per le prime, si misero a gridare: — Perchè piangete il vostro Alì?