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luogo bramato, ma non già d’essere partiti da quelle ove stavano poc’anzi.

«L’inaspettata presenza de’ tre principi spaventò tanto le donzelle e gli eunuchi dalla principessa, i quali non comprendevano per qual incanto tre uomini si trovassero tra loro, che non li riconobbero alla prima, e gli eunuchi stavano per iscagliarsi su di essi come contro gente penetrata in un luogo al quale non era neppur bello d’accostarsi; ma in breve rinvennero dall’errore riconoscendo per quelli ch’erano in fatti.»


NOTTE CCCXCIX


— Sire,» continuò la sultana delle Indie, «non appena il principe Ahmed si trovò nella stanza di Nuronnihar, nè appena ebbe veduta la fanciulla moribonda, si alzò dal tappeto, ciò che pur fecero gli altri due principi, ed accostatosi al letto, le mise sono le nari il meraviglioso pomo. Poco dopo, la principessa aprì gli occhi, volse qua e là il capo mirando le persone che la circondavano, e postasi a sedere sul letto, domandò di vestirsi colla medesima libertà e conoscenza come se altro non avesse fatto che destarsi da profondo sonno. Le sue donzelle la informarono tosto in modo che ben dinotava la loro gioia, come fosse ai tre suoi cugini ch’ella doveva il subitaneo ricupero della salute; laonde, dimostrando subito l’allegrezza che provava di rivederli; li ringraziò tutti assieme, Ahmed in particolare. Siccome ella aveva chiesto di vestirsi, i principi limitaronsi