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«Il califfo, avendo intesa quella conversazione, raccolse da terra un sassolino della grossezza d’un pisello, lo slanciò destramente sulla candela che ardeva davanti alla giovane e la spense. — Che cos’è che fa spegnere questa candela, mentre le altre ardono così bene?» disse la vecchia riaccendendola. Mentre, finiva tali parole, il califfo slancia un secondo sassolino, che spegne la candela onde colei erasi servita a riaccendere la prima. — Ed ancora una che si spegne,» disse la vecchia; «è meraviglioso.» Poco dopo, un terzo ciottolo spense un altro lume. — Oh adesso,» soggiunse la vecchia, «bisogna che qualche spirito aereo si diverta a spegnere qui le candele.» Mentre andava a riaccenderla, un sasso le cade sulla mano; ella guarda allora dalla parte dell’apertura ch’era sulla soffitta, e vede il genero.

«— Guardate da qual parte viene il vostro sposo,» disse alla figlia; «egli ha preso la strada de’ suoi pari: è sempre dai tetti che scendono i ladri; un altro sarebbe entrato dalla porta. Ma Dio sia lodato ch’è venuto da quel lato; altrimenti egli sarebbe stato preso.» Poscia, dirigendosi al genero: «Vattene subito,» gli gridò, «per dove sei venuto, se non vuoi essere preso dagli scellerati che assediano la nostra casa. Noi siamo due donne solo, e non possiamo salvarti.

«— Apritemi la porta della terrazza,» rispose il califfo ridendo, «ond’io venga vicino a voi, e vegga ciò che debbo fare a quei marrani. — Sciagurato,» soggiunse la vecchia, «credi tu che chi assedia la nostra casa somigli a quel povero cadì, il quale ebbe tal paura di te, che tagliò la sua veste per iscrivere sul momento il tuo contratto di nozze? Quello che ci assedia è il luogotenente di polizia in persona; credi tu di potergli far eseguire tutto ciò che vorrai? — Apritemi, vi dico,» rispose il califfo, «o