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scorgete, non pare, a vederlo, più che non sembri il vostro tappeto, una rarità da meritar grande attenzione. Eppure non l’ho pagato meno di voi, nè scontento sono del mio contratto che voi nol siate del vostro. Giusto come siete, converrete ch’io non sono stato ingannato, qualora sappiate, e ne abbiate avuta la prova, che, guardando per uno de’ capi, si vede qualunque oggetto si desideri. Nè voglio che mi crediate sulla parola,» soggiunse il principe, presentandogli il tubo; «eccolo; verificate se v’inganno.—
«Hussain prese dalle mani d’Alì il tubo d’avorio; ed accostatoselo all’occhio dalla parte che, nel presentarglielo, questi aveva indicato, coll’intenzione di vedere la principessa Nuronnihar, e sapere notizie di sua salute, Alì ed Ahmed, che tenevano in lui fissi gli occhi, rimasero estremamente stupiti al vederlo impallidire d’improvviso in modo che dinotava straordinaria meraviglia congiunta a gravissimo dolore. Hussain non diede loro il tempo di chiedergliene il motivo.
«— Fratelli,» sclamò, «è indarno che voi ed io abbiamo intrapreso si penosi viaggi colla speranza d’esserne ricompensati dal possesso della vezzosa Nuronnihar: fra pochi istanti l’amabile nostra cugina non sarà più in vita; la vidi testè giacente in letto, circondata dalle sue donne e dagli eunuchi, tutti lagrimosi, che sembra non attendano altro se non di vederla esalare l’ultimo respiro. Prendete, miratela voi pure in quel pietoso stato, ed unite alle mie le vostre lagrime.
«Alì, ricevuto di mano del principe Hussain il tubo d’avorio, guardò, e veduto con sensibile dispiacere il medesimo oggetto, lo presentò ad Ahmed, perchè mirasse anch’egli il triste ed affliggente spettacolo che tanto interessavali del pari.