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hai preso il piatto che gli regalasti?» ripreso il califfo. Alaeddin raccontò allora esattamente in qual modo e per qual motivo gli fosse stato portato dalla vecchia;

«Quel racconto semplice e naturale parve calmare alquanto lo sdegno del califfo. — Quando quella giovane,» disse ad Alaeddin, «bevve l’acqua che le recasti, ne hai tu veduto il viso? — Commendatore dei credenti,» rispose Alaeddin alquanto turbato, e non ponendo mente a ciò che diceva, «sì, lo vidi.» A tali parole, il califfo, trasportato di furore, ordinò che si andasse a prendere la principessa di Persia, e si decapitassero entrambi. Giunta la misera donna, volgendosi ad Alaeddin, gli disse: — Qual motivo vi spinse ad asserir falsamente, che vedeste il mio volto, e farmi così perire con voi? — È il destino che ci perde,» rispose Alaeddin; «io voleva dire che non l’ho veduto: lo sbaglio della mia lingua è cagione della nostra morte. —

«Alaeddin e la principessa furono collocati, secondo l’usanza osservata nelle esecuzioni, sul tappeto di cuoio, chiamato il tappeto di sangue: si lacerarono i loro abiti, e bendatine gli occhi, il carnefice girò attorno ad essi, dicendo: — Il Commendatore dei credenti ordina ch’io colpisca? — Ferisci,» disse il califfo. Il carnefice girò una seconda volta, pronunciando la stessa formola, alla quale Aaron rispose in egual modo. Finalmente il boia, girando ancora per la terza ed ultima volta, disse ad Alaeddin: — Avete qualche cosa da comandarmi, prima che il califfo pronunci per la terza volta la vostra sentenza? chè appena l’avrà profferita, la vostra testa cadrà a terra.

«— Io vorrei,» disse Alaeddin, «che mi levaste dagli occhi questa benda, ond’io possa vedere per l’ultima volta i miei amici: poscia farete il vostro