Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/139


127


consegnassi. — Domandategli adunque,» riprese la donna, «qual fu la sua intenzione, e fatemela conoscere.

«— Quel giovine signore non ebbe altra intenzione se non quella di farvi l’elemosina,» le disse Giafar, dopo aver consultato il califfo.

«— Allora,» ripres’ella, «che Dio lo rimeriti! —

«Giafar riferì questa risposta al califfo, che gli disse: — Domandatele se è maritata, e se non lo è, ditelo che io la sposerei volentieri.» La donna avendo risposto ch’era nubile, Giafar soggiunse: — Il giovane che vi ha regalata la moneta d’oro desidera sposarvi. — Io lo sposerò,» rispos’ella, «se può darmi la dote ed il doario che gli domanderò.» Giafar sorrise a queste parole, e disse fra sè:

«— Il califfo non è forse in grado di dare una dote ed il doario a questa infelice, ed io non so come potremo farci prestare il denaro necessario;

«— Qual è dunque,» continuò il gran visir ad alta voce, «la dote che voi desiderate, e qual dev’essere il doario? — La mia dote,» rispos’ella, «deve eguagliare l’ammontare dei tributi della città d’Ispahan per un anno, ed il mio doario il prodotto annuo della provincia del Khorassan (1) —

«Giafar crollò il capo, e riferì tali parole al califfo, che, con grande sorpresa del visir, ne parve soddisfatto, e gli disse di annunciare all’incognita che accettava le di lei condizioni.

«Il gran visir avendo adempiuto all’incarico, la sconosciuta gli domandò qual fosse il grado e la fortuna del giovane, ed in qual modo adempirebbe alle condizioni che accettava. — Quel giovine,» rispose Giafar, «è il Commendatore dei credenti, il califfo Aaron Alraschild.» Allora la sconosciuta assettò un

  1. Provincia della Persia, anticamente Battriana.