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convegno; ma sarebbe stato costretto ad attenderli troppo tempo, e ciò fece che, curioso di vedere il re di Bisnagar e conoscere le forze, le leggi, i costumi, la religione e lo stato di tutto il regno, risolse di trascorrere alcuni mesi ad appagare la propria curiosità.

«Era uso del re di Bisnagar di dar udienza, una volta la settimana, ai mercanti stranieri. Fu dunque sotto questo titolo che il principe Hussain, il quale non volea manifestarsi per quello ch’era, lo vide parecchie volte; e siccome il giovane, oltre il bell’aspetto, possedeva infinito spirito ed era d’una squisita gentilezza (doti appunto per le quali distinguevasi dai mercanti con cui si presentava al re) a lui preferibilmente più che agli altri questi rivolgeva il discorso per informarsi della persona del sultano delle Indie, delle forze, delle ricchezze e del governo del suo impero.

«Il principe impiegava gli altri giorni a visitare gli oggetti più notabili della città e dei contorni. Fra le altre cose degne d’ammirazione, vide un tempio d’idoli, di particolare struttura perchè tutto di bronzo; aveva dieci cubiti in quadrato d’area, e quindici di altezza; e ciò che ne formava la maggior bellezza, era un idolo d’oro massiccio, alto un uomo, i cui occhi consistevano in due rubini, incastonati con tanta arte, che parea ai riguardanti tenesse gli occhi fitti su loro, da qualunque parte si volgessero per vederlo. Ed un altro ne vide non meno mirabile, in un villaggio: c’era una pianura di circa mille tese, formante un solo giardino delizioso, sparso di rose ed altri fiori gratissimi alla vista, e tutto quello spazio vedeasi circondato da un muricciuolo a mezza vita, per impedire che gli animali vi si accostassero. In mezzo alla pianura sorgeva una piattaforma alta un uomo, rivestita di pietre congiunte insieme con tanta cura ed industria, che sembravano formarne