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«In tal maniera il principe di Persia ricuperò e liberò la principessa di Bengala, ed il medesimo giorno, in brevissimo tempo, la ricondusse alla sua metropoli, dove più non andò a smontare nella villeggiatura, ma in mezzo al regio palazzo, davanti all’appartamento del padre; ed il re di Persia non differì la solennità del matrimonio se non pel tempo necessario ai preparativi onde rendere più pomposa la cerimonia, e maggiormente farvi spiciare la parte che vi prendeva.
«Compito il numero de’ giorni stabiliti per la festa, prima cura del re di Persia fu quella di scegliere ed inviare un’ambasciata solenne al re di Bengala per partecipargli l’accaduto, e chiedergli l’approvazione e la ratifica della parentela con lui incontrata con tal matrimonio: ratifica che il re di Bengala, ben informato di tutte le cose, si fece l’onore ed il piacere di accordargli.»
Scheherazade finì di tal guisa la novella del cavallo incantato quando l’alba già appariva; la sultana fu dunque costretta a rimandare alla notte seguente il nuovo racconto ond’ella proponevasi di allettare il sultano e Dinarzade, sua buona e cara sorella.