Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/765


347

le ho in particolare, condurla al mio palazzo, e celebrare oggi stesso le vostre nozze. —

«Così il sultano, dati gli ordini pel ricevimento che voleva fare alla giovane, ordinò che, lasciati gli abiti da lutto, cominciassero le allegrezze col concerto de’ timballi, delle trombe e dei tamburi, e tutti gli altri stromenti guerrieri, comandando pure che, fatto uscir di prigione l’Indiano, gli fosse condotto.

«Quando l’Indiano fu alla di lui presenza: — Io mi era assicurato della tua persona,» gli disse il sultano, «affinchè la tua vita, la quale però non sarebbe stata una vittima sufficiente alla mia collera ed al mio dolore, mi rispondesse di quella del principe mio figliuolo. Rendi grazie a Dio che l’ho ricuperato. Vanne, riprendi il tuo cavallo, e non comparirmi più davanti. —

«Allorchè l’Indiano fu lungi dalla presenza del sultano della Persia, avendo saputo da quelli ch’erano venuti a trarlo di prigione, che Firuz Schah era tornato colla principessa da lui condotta sul cavallo incantato, il luogo dove l’aveva lasciata smontando, e che il sultano disponevasi ad andarla a prendere e condurla nel proprio palazzo; non esitò a prevenir lui ed il figliuolo, e senza perder tempo, si recò in tutta fretta al palazzo di delizie, e dirigendosi al custode, gli disse di venire da parte del re e del principe di Persia a prendere in groppa la principessa di Bengala, e condurla per aria al sultano medesimo che l’attendeva, diceva egli, nella piazza del palazzo per riceverla, e dare tale spettacolo alla sua corte ed alla città di Sciraz.

«L’Indiano era conosciuto dal custode, il quale sapeva che il re lo avea fatto arrestare; laonde, vedendolo libero, tanta minor difficoltà oppose a prestargli fede. Presentossi alla principessa, e questa, ap-