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dubito che non vogliate vederla, e salutare il real mio genitore, affinchè vi renda gli onori dovuti ad un principe del grado e del merito vostro.»


NOTTE CCCLXXXVII


— Facendo sorgere nel principe di Persia la curiosità di vedere il palagio di Bengala e presentare i suoi ossequi al re suo padre, lusingavasi la principessa che, ove vi potesse riuscire, questi, vedendo un giovane leggiadro, saggio e compito in ogni nella qualità, potesse forse risolversi a proporgli un’alleanza, offrendo di dargliela in isposa; persuasa d’altronde di non essere indifferente al principe, e che questi non avrebbe rifiutato d’entrare in tale relazione di parentela, sperava di giungere al compimento de’ suoi voti, conservando le convenienze addicenti ad una figliuola che volea mostrarsi sottomessa ai voleri paterni. Ma il principe di Persia non corrispose su questo punto conforme a ciò ch’ella avea creduto.

«— Principessa,» soggiuns’egli, «non dubito, dietro la vostra testimonianza, che il palagio del re di Bengala non meriti la preferenza che gli attribuite sul vostro. Quanto alla proposizione che mi fate di tributare i miei rispetti al re vostro padre, me ne farei non solo un piacere, ma bensì un grande onore. Ma, principessa,» soggiunse, «ne lascio giudice voi medesima: mi consigliereste voi a presentarmi dinanzi alla maestà di sì possente monarca come un avventuriere, senza seguito, e senza un treno conveniente al mio grado?

— Principe,» rispose la fanciulla, «non inquie-