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riti, sarei dispiacentissima di darvi occasione ad usarle un’infedeltà. —

«Volle Firuz Schah protestare d’esser venuto di Persia padrone del proprio cuore: ma mentre stava per ricominciare il discorso, una seguace della principessa, che ne avea l’ordine, venne ad avvertire che il pranzo era pronto.

«Cotesta interruzione liberò i due giovani da una spiegazione che li avrebbe egualmente imbarazzati, e della quale non abbisognavano; la principessa del Bengala rimase appieno convinta della sincerità del principe di Persia; e questi, benchè la real donzella non si fosse spiegata, giudicò non pertanto, dalle parole di lei e dal modo favorevole col quale avevalo ascoltato, di doversi stimar contento della sua fortuna.

«Siccome la donna della principessa teneva la porta aperta, questa, alzandosi, disse al giovane, che fatto avea lo stesso, di non essere solita mangiare sì per tempo; ma che, dubitando non gli avessero fatta fare una cattiva cena, aveva dato ordine di servire il pasto prima del consueto; e così discorrendo, lo condusse in una magnifica sala, nella quale stava la mensa, coperta in copia di squisite vivande. Postisi a tavola, appena vi furono seduti, le schiave della principessa, in buon numero, belle e ben abbigliate, cominciarono un gradevolissimo concerto di voci e d’istrumenti che durò per tutto il pasto.

«Siccome quella musica era dolcissima, e trattata in modo da non impedire ai giovani di conversare, essi passarono gran parte del tempo, questa a servire il principe invitandolo a mangiare, e quello a servire a sua volta la principessa delle cose migliori, ad oggetto di allettarla con maniere e parole che gli procurarono nuove gentilezze e nuovi complimenti da parte della principessa; nel quale reciproco scambio

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