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i principi e le principesse, e d’un colore che finivi di ornarla con tutto suo vantaggio. Consultato allora nuovamente, ed a più riprese, lo specchio, e chiesto alle sue donne, ad una ad una, se mancasse alcuna cosa al proprio abbigliamento, mandò a vedere se il principe fosse desto ed alzato, ed in tal caso, siccome non dubitava ch’ei non chiedesse di poter presentarsele, gli si dichiarasse che stava per venire ella medesima in persona a trovarlo, avendo le sue ragioni di così agire.

«Il principe di Persia, che aveva acquistato di giorno il tempo perduto nella notte, ed il quale erasi già perfettamente ristabilito dal penoso suo viaggio, finiva appunto di vestirsi, allorchè ricevette il buon giorno della principessa di Bengala per mezzo d’una delle sue damigelle.

«Il giovane, non lasciando alla donna il tempo di dire tutto ciò che doveva partecipargli, le chiese se fosse il momento favorevole di presentarle i suoi doveri ed i suoi rispetti. Ma quando la donzella ebbe soddisfatto agli ordini ricevuti: — La principessa,» rispos’egli, «è la padrona, ed io non mi trovo in casa sua se non per obbedire a’ suoi comandi. —

«Appena la principessa del Bengala ebbe saputo che il principe di Persia l’aspettava, essa venne a trovarlo. Dopo i complimenti reciproci, da parte del principe perchè fosse venuto a destare la giovane sul meglio del sonno, onde le chiese mille volte perdono, e da parte della principessa, la quale lo richiedea come avesse passata la notte ed in quale stato si trovasse, questa sedette, e Firuz Schah fece altrettanto, collocandosi a rispettosa distanza.

«Allora la donzella, presa la parola: — Principe,» disse, «avrei potuto ricevervi nella stanza in cui mi trovaste stanotte addormentata; ma siccome il capo de’ miei eunuchi ha la libertà d’entrarvi, e mai