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qualche passo falso, il cui strepito potesse svegliare alcuno. Vi riuscì; ed in un angolo della scala trovò la porta aperta d’una sala, ove scorgevasi lume.
«Fermatosi il principe sulla soglia, e teso l’orecchio, non udì altro rumore se non quello di gente che profondamente dormiva, russando in diversi modi. Inoltrossi alquanto, ed al lume d’una lampada vide che i dormienti erano eunuchi negri, ciascuno con accanto la sciabola sguainata; da ciò comprese esser quella la guardia dell’appartamento di una regina o d’una principessa, e di fatti lo era.
«Dopo la sala seguiva la camera da letto della principessa, e la porta, essendone aperta, lo facea conoscere dalla gran luce ond’era illuminata, la quale traspariva attraverso una portiera di seta leggerissima. Avanzossi Firuz Schah, sulla punta dei piedi, sino alla portiera, senza svegliar gli eunuchi e sollevatala, entrò senza fermarsi a considerare la magnificenza della camera, ch’era tutta regia, circostanza che poco gli caleva nello stato in cui trovavasi, non facendo mente se non a ciò che maggiormente importavagli. Vide più letti, uno solo sul sofà e gli altri abbasso. In questi erano coricate alcune donne della principessa per tenerle compagnia ed assisterla ne’ suoi bisogni, e la real donzella stava nel primo.
«A tal distinzione, Firuz Schah non poteva ingannarsi nella scelta da fare per rivolgersi direttamente alla principessa; si avvicinò al suo letto senza destare nè lei, nè alcuna delle sue donne, e quando le fu presso, vide una beltà sì straordinaria e maravigliosa, che ne rimase abbagliato e tutto acceso d’amore al primo sguardo. — Cielo!» sclamò fra sè; «m’ha il mio destino condotto in questo luogo per farmi perdere la mia libertà, conservata intera