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della vostra nascita nello stato medesimo in cui lo riceveste; ma voi non considerate abbastanza l’eccellenza di quel cavallo, nè che l’Indiano, il quale mi propone tal via per acquistarlo, può, se lo respingo, andare a far la medesima proposta in altro sito, dove non si baderà tanto al punto d’onore, e ch’io sarei alla disperazione se un altro monarca potesse vantarsi di avermi superato in generosità, togliendomi la gloria di possedere il cavallo, cui stimo la cosa più singolare e stupenda che esista sulla terra. Non voglio però dire di acconsentir a concedergli ciò ch’ei domanda. Forse anch’egli si è a quest’ora ritratto, pensando alla sua assurda pretesa, e posta da un lato la principessa mia figliuola, son pronto a fare qualunque altra convenzione vorrà. Ma prima di venire alla conclusione del contratto, vi prego di esaminare il cavallo e farne voi medesimo la prova, per dirmene il vostro parere. Non dubito ch’ei non voglia permetterlo. —

«Siccome è cosa naturale lusingarsi di ciò che si desidera, l’Indiano, il quale credè travedere nel discorso, allora udito, che il re di Persia non fosse assolutamente lontano dall’imparentarsi con lui, accettando a tal prezzo il cavallo, e che il principe, invece di essergli contrario, come avea dato a divedere, potrebbe divenirgli favorevole, lungi dall’opporsi ai desiderii del re, ne dimostrò anzi contentezza; ed insegno che vi assentiva con piacere, prevenne il principe accostandosi al cavallo, pronto ad aiutarlo a salirvi, ed avvertirlo poi di ciò ch’era d’uopo facesse per ben governarlo.

«Il principe Firuz Schah, con agilità mirabile, balzò in sella senza l’assistenza dell’Indiano, ed appena ebbe assicurati i piedi nelle staffe, senza aspettare alcun avviso del padrone, girò il cavicchio che avevagli veduto girare poco tempo prima quando