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cessivi dell’estate; vi godrete d’una primavera perpetua, co’ suoi fiori e coi frutti deliziosi dell’autunno. —

«Quando il bastimento ebbe dato fondo un po’ al di sotto della città, i passeggeri sbarcarono, recandosi ognuno al luogo in cui dovevano alloggiare. Noreddin diede cinque pezze d’oro pel suo passaggio, e sbarcò anch’egli colla Bella Persiana; ma non essendo mai stato a Bagdad, non sapeva dove andare. Camminarono qualche tempo lungo i giardini che fiancheggiavano il Tigri, e ne costeggiarono uno ch’era cinto d’un lungo e bel muro; giunti in fondo, svoltarono in un’ampia via ben selciata, ove scorsero la porta del giardino, con una superba fontana vicino.»

I chiarori dell’alba, che facevansi vedere nell’appartamento del sultano, interruppero Scheherazade, la quale ripigliò così il racconto la notte seguente:


NOTTE CCXLIV


— Sire, la porta, ch’era assai magnifica, stava chiusa, ma aveva un vestibolo aperto, nel quale vedovasi un sofà per parte. — Ecco un sito comodissimo,» disse Noreddin alla Bella Persiana; «la notte si avvicina, ed abbiamo già mangiato prima di sbarcare; sarei del parere di passar qui la notte, e domattina avremo il tempo di cercarci alloggio. Che cosa ne dite? — Sapete, o signore,» rispose la Bella Persiana, «ch’io non voglio se non la vostra volontà; non andiamo più innanzi, se così bramate.» Bevvero un sorso alla fontana, e saliti sur uno de’ sofà, ivi s’intertennero per qualche tempo. Il sonno finalmente ne aggravò le palpebre, e si addormentarono al grato mormorio dell’onda.