Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
302 |
non avea pensato nè a lui, nè al suo vaso. Ma mentre Alì trovavasi in via con una carovana partita da Sciraz, una sera che quel mercante cenava in famiglia, si venne a parlar d’olive, e sua moglie dimostrò qualche desiderio di mangiarne, dicendo essere molto tempo che non erasene vedute in sua casa.»
— A proposito di olive,» disse il marito, «mi fate ricordare che Alì Kodjah me ne lasciò un vaso, andando sette anni fa alla Mecca, ch’ei portò in persona nel mio magazzino per ripigliarselo al ritorno. Ma dove sarà Alì Kodjah dacchè se n’è partito? Vero è che, al ritorno della carovana, qualcuno mi disse ch’era passato in Egitto: bisogna però vi sia morto, se dopo tanti anni non è tornato: possiamo ormai mangiare le sue olive, se sono buone. Datemi un piatto ed il lume, che andrò a prenderne e le assaggeremo.
«— Marito,» rispose la moglie, «guardatevi bene, in nome di Dio, dal commettere azione sì rea; sapete non esservi cosa più sacra d’un deposito. Sono sette anni, voi dite, che Alì Kodjah è partito per la Mecca e non n’è tornato; ma vi fu detto che egli andava in Egitto; e da questo paese come potete sapere che non siasi recato anche più lontano? Basta che non abbiate notizie della sua morte: ei può tornare da un giorno all’altro. Qual infamia per voi e la vostra famiglia s’ei tornasse, e non gli restituiste il suo vaso nello stato medesimo, come quando ve l’ha affidato! Vi protesto di non avere alcuna voglia di quelle olive, e che non ne mangerò certo. Se ne parlai, non fu se non per incidenza. E poi, credereste voi che dopo tanto tempo quelle olive siano ancor buone? Saranno già fracide e guaste. E se Alì Kodjah ritorna, come ne ho presentimento, e comprenda che le avete toccate, qual giudizio farà egli della vostra amicizia e fedeltà? Abbandonate tal pensiero, ve ne scongiuro. —