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«— E perchè mai?» ripigliò Noreddin. «Che cosa c’è che m’astringa a partire? — Fuggite, vi dico,» rispose Sangiar, «e conducete con voi la vostra schiava. In due parole, Sauy ha fatto intendere al re, nel modo che volle, la rissa accaduta fra voi e lui; ed il capitano delle guardie è già sulle mosse per venire, con quaranta soldati, ad impossessarsi di voi e della schiava. Prendete queste quaranta pezze d’oro per aiutarvi a cercar un asilo: ve ne darei di più se ne avessi indosso. Scusatemi se non mi trattengo maggiormente; vi lascio mio malgrado pel vostro bene e pel mio, stante l’interesse d’entrambi che il capitano non mi vegga.» Non diè Sangiar tempo a Noreddin di ringraziarlo, e partì.
«Il giovane andò ad avvertire la Bella Persiana della necessità, in cui trovavansi ambedue di allontanarsi sull’istante; non fece essa che gettarsi in testa il velo, ed uscirono di casa; ebbero poi la fortuna di uscire dalla città non solo senza che nessuno si accorgesse della loro fuga, ma eziandio di giungere alla foce dell’Eufrate, non molto lontana, ed imbarcarsi sopra un bastimento in procinto di salpare.
«Infatti, nel momento che arrivarono, il capitano stava sul cassero in mezzo ai passeggeri. — Figliuoli,» domandava egli, «siete qui tutti? Qualcuno di voi ha forse ancora da fare, o si è dimenticato di qualche cosa in città?» Ognuno rispose che c’erano tutti, e poteva far vela quando gli piacesse. Appena imbarcato, Noreddin chiese dove il bastimento andasse, e fu assai lieto sentendo che dirigevasi a Bagdad. Il capitano fece levar l’àncora, sciolse le vele, e la nave si allontanò da Balsora con vento favorevolissimo.
«Ecco intanto cosa avvenne a Balsora mentre Noreddin fuggiva dalla collera del re colla Bella Persiana.
«Il capitano delle guardie, giunto alla casa del