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NOTTE CCCLXXIV


— Alì Baba ricevette Kodjah Hussain a viso aperto, e colla più buona accoglienza che potesse mai desiderare. Lo ringraziò della bontà usata al figlio, e: — L’obbligo,» soggiunse, «ch’ei ve ne deve e che vi professo anch’io, è di tanto maggiore, in quanto che egli è un giovine inesperto ancora degli usi del mondo, e voi non isdegnate di contribuire a formarlo. —

«Hussain rese ad Ali Baba complimento per complimento, assicurandolo che se suo figlio non aveva ancora acquistata l’esperienza dell’età, aveva però un buon senso che tenevagli luogo dell’assennatezza di molti vecchi.

«Dopo un dialogo di breve durata sopra altri argomenti indifferenti, volea Kodjah Hussain partire; ma Alì Baba, fermandolo: — Dove volete andare, signore?» gli disse. «Vi prego di farmi l’onore di cenar con me; il pasto che voglio darvi è molto inferiore ai vostri meriti, ma qual è, spero lo gradirete con altrettanto buon cuore quanta è la mia intenzione di offrirvelo.

«— Signor Alì Baba,» riprese Kodjah Hussain, «sono persuasissimo del vostro buon cuore, e se vi domando in grazia che non vi dispiaccia se me ne vado senza accettare la vostra cortese esibizione, vi supplico a credere che nol faccio per inciviltà, nè per disprezzo, ma sol perchè ne ho una ragione, cui approvereste se vi fosse nota.

«— E quale può esser mai questa ragione, o si-