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l’occorrente, fece coi quattro pezzi due fardelli, ne caricò uno de’ somari insieme ad alquanta legna per nasconderli, e caricati gli altri due di sacchi d’oro e di legna come la prima volta, appena ebbe finito e comandato alla porta di chiudersi, ripigliò la via della città, senza perder tempo, usando peraltro la precauzione di fermarsi all’uscire della foresta uno spazio di tempo bastante per entrarvi sol di notte. Arrivato, non introdusse in casa se non i due asini carichi d’oro, e quindi, lasciato alla moglie il pensiero di scaricarli, ed in brevi parole partecipatale l’infelice sorte di Cassim, condusse l’altro somaro dalla cognata.

«Bussò il buon uomo alla porta, che gli fu tosto aperta da Morgiana: era questa una schiava destra, intelligente e feconda d’invenzioni per far riuscire le cose più difficili, ed Alì Baba per tale ben la conosceva.

Entrato pertanto nel cortile, e scaricato l’asino della legna e de’ due involti, presa la schiava in disparte: — Morgiana,» le disse, «la prima cosa che ti chiedo è un inviolabile segreto: comprenderai subito quanto esso sia necessario alla tua padrona ed a me. Ecco in que’ due fardelli il corpo del tuo padrone; si tratta di seppellirlo come se fosse morto naturalmente. Fammi parlare colla tua padrona, e sta attenti a quello ch’io le dirò. —

«Morgiana avvertì la padrona, ed Alì Baba, che li seguiva, subito entrò.

«— Ebbene, cognato,» gli domandò la donna con grande impazienza, «che nuova recate di mio marito? Non iscorgo nulla sul vostro volto che mi debba consolare.

«— Cognata,» rispose Alì Baba, «non posso dirvi nulla, se prima non mi promettiate d’ascoltarmi dal principio alla fine senza aprir bocca, essendo non meno a voi che a me importantissimo di con-