Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/673


255

«La moglie di Alì Baba tornò a casa, pose la misura sul mucchio d’oro, la empi e votolla un po’ più lontano sul sofà, e per più volte, sinchè ebbe finito, e contenta del buon numero di misure trovato, partecipollo al marito, il quale aveva allora finito di scavare la fossa.

«Mentre Alì Baba nascondeva sotterra l’oro, ella, per dimostrare alla cognata la sua esattezza e diligenza, le riportò la misura, ma senza osservare esservisi attaccata sotto una moneta d’oro.

«— Cognata,» le disse, rendendogliela, «vedete che non ho tenuto molto tempo la vostra misura; ve ne sono gratissima, e ve la restituisco. —

«Appena la moglie di Alì Baba ebbe volta la schiena, la moglie di Cassim guardò sotto alla misura, e non potremmo esprimere il suo stupore trovandovi attaccata una pezza d’oro. L’invidia s’impadronì sul momento del suo cuore.

«— Come!» sclamò; «Alì Baba ha dell’oro da misurare! dove l’ha egli preso, quel miserabile? —

«Cassim, suo marito, non era in casa, come abbiam detto, ma trovavasi alla sua bottega, d’onde non doveva tornare se non la sera; tutto il tempo ch’egli si fece attendere, le parve un secolo, tanto era la di lei impazienza di dargli una nuova, che non avrebbelo sorpreso meno di lei medesima.»

Schahriar e Dinarzade avrebbero voluto che la notte fosse stata meno corta, per udir più a lungo la continuazione d’un racconto si interessante; ma il giorno venne a por fine a codesto piacere. L’indomani, la sultana delle Indie ripigliò in codesti sensi: