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della Persia, sui confini degli stati di vostra maestà, vivevano due fratelli, uno de’ quali chiamato Cassini o l’altro Ali Baba. Il padre aveva lasciato loro scarsi beni, ed essendoseli egualmente divisi, pare che eguali esser dovessero le loro fortune; ma il caso dispose altrimenti.

«Cassim sposò una donna la quale, poco dopo il matrimonio, ereditò una bottega ben fornita, un magazzino pieno di merci ed alcune terre, che lo posero d’improvviso in grande agiatezza, costituendolo uno de’ più ricchi negozianti della città.

«Ali Baba, per lo contrario, avendo sposata una donna povera al par di lui, era meschinamente alloggiato, nè aveva altra industria, per guadagnarsi il vitto, e mantener sè ed i propri figliuoli, se non di andarla a far legna in una selva vicina, venendo a venderla alla città, caricata su tre somari, che formavano tutto il suo patrimonio.

«Trovavasi un giorno Ali Baba nella foresta, e finiva di tagliarvi legna bastante all’incirca per caricarne le sue bestie, allorchè scorse una densa polvere sollevarsi in aria ed avanzarsi dritto al luogo dov’egli stava. Guardò allora attentamente, e distinse una numerosa comitiva di gente a cavallo che veniva di trotto.

«Benchè nel paese non si parlasse di ladroni, non ostante venne ad Ali Baba il pensiero che tali esser potessero quei cavalieri, e senza considerare cosa sarebbe accaduto de’ suoi asini, pensò a mettersi in salvo. Salito sur un grosso albero, i cui rami, a poca altezza, spartivansi in cerchio, sì vicini l’un all’altro, da non essere se non da piccolo spazio disgiunti, vi s’appiattò nel bel mezzo, con tanta maggior sicurezza, che potea vedere senza essere veduto; ergevasi l’albero appiè d’una rupe isolata da tutte le parti, molto più alta dell’albero stesso, e scoscesa in modo che per niun verso vi si poteva salire.