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abbia fatto maggior attenzione di me; ma nè egli, nè io potremmo dubitarne, se vi si trovassero le cento novanta pezze d’oro.
«— Signore,» ripigliai, «non dubitate che questo non sia il mio turbante: oltre che lo conosco benissimo, mi avveggo anche dal peso ch’è appunto quello, e ve ne accorgerete anche voi, se volete aver il disturbo di prenderlo in mano. —
«Glielo presentai, levatine prima gli uccelli che diedi ai ragazzi; ed egli, presolo in mano, lo passò poi a Saadi, per giudicare del peso che poteva avere.
«— Voglio credere che questo sia il vostro turbante,» mi disse Saadi; «ma pure ne sarò meglio convinto, quando vegga le centonovanta pezze d’oro in contanti.
«— Almeno, signori,» soggiunsi, ripigliando il turbante, «osservate bene, ve ne supplico, prima che lo tocchi, non essere da oggi che si trova sull’albero; lo stato in cui lo vedete ed il nido che vi sta sì opportunamente accomodato, senza che mano d’uomo v’abbia preso parte, sono segni certissimi che vi si trovava sin dal giorno in cui il nibbio me lo involò, e fu da esso lasciato cadere o deposto sulla pianta, i cui rami hanno impedito che cadesse a terra. Non vi dispiaccia se vi faccio fare questa osservazione: ho troppo grande interesse di togliervi ogni sospetto di fraude da parte mia. —
«Mi assecondò Saad nel mio disegno. — Saadi,» ripigliò, «questo riguarda voi, essendo io persuasissimo che Kodjah non ci abbia ingannati. —
«Mentre Saad parlava, levai la tela che in più giri circondava il berretto che faceva parte del turbante, e ne trassi la borsa, cui Saadi riconobbe per la medesima a me donata; e votandola davanti a loro sul tappeto: — Signori,» soggiunsi, «ecco le pezze d’oro: contatele voi medesimi, e vedete se ci sono tutte. —