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sibile ch’io faccia risparmi per mettermi più in grande colla mia famiglia. Ci basta essere contenti del poco che Iddio ne dà, e che ci tolga la cognizione ed il desiderio di quanto ci manca; ma noi crediamo che non ci manca nulla, quando abbiamo, per vivere, quello che siamo soliti avere, e non ci troviamo nella necessità di chiederne ad alcuno. —
«Detto ch’ebbi queste particolarità a Saadi: — Hassan,» mi diss’egli, «ora non mi maraviglio più di prima, e comprendo tutte le ragioni che vi obbligano a contentarvi dello stato in cui vi trovate. Ma, se io vi regalassi una borsa di duecento pezze d’oro, non ne fareste voi buon uso, e non credete che con tal somma potreste in breve diventar ricco almeno quanto i primari della vostra professione?
«— Signore,» risposi, «voi mi sembrate uomo onesto, e son persuaso non vorrete divertirvi di me, e che tale offerta me la facciate sul serio. Oso dunque dirvi, senza troppo presumere di me, che una somma molto minore mi basterebbe non solo a divenir ricco quanto i primari della mia professione, ma ben anco per diventarlo in poco tempo io solo più che non lo siano essi tutti insieme in questa grande città di Bagdad, vasta e popolosa com’è. —
«Il generoso Saadi mi mostrò all’istante d’avermi parlato sul serio. Trasse dal seno la borsa, e messo mela in mano: — Prendete,» mi disse, «ecco la borsa; vi troverete dugento pezze d’oro ben contate. Prego Dio che vi dia la sua benedizione, e vi conceda la grazia di farne il buon uso che vi auguro; crediate che qui il mio buon amico Saad ed io avremo grandissimo piacere, quando sapremo avervi esse servito a rendervi più felice. —
«Commendatore de’ credenti, ricevuta la borsa e postamela in seno, mi sentii trasportato da tale allegrezza, e fui si penetrato di gratitudine, cheman-