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asserire, clic non vi mancasse nulla. Se v’ha qualche difetto, vi farò rimediare.

«— Principessa,» ripigliò la falsa Fatima con somma dissimulazione, «perdonate la libertà che mi prendo; il mio parere, se può essere di qualche importanza, sarebbe che se là in alto, nel mezzo della cupola, fosse sospeso un uovo di roc, questo salone non avrebbe l’eguale nelle quattro parti del mondo, ed il vostro palazzo sarebbe la maraviglia dell’universo.

«— Buona madre,» domandò la giovane, «che uccello è questo roc, e dove potrebbe trovarsene un uovo? — Principessa,» rispose la falsa Fatima, «il roc è un uccello di prodigiosa grandezza, che abita sulle più alte vette del monte Caucaso; l’architetto del vostro palazzo può bene trovarne uno. —

«Ringraziata la falsa Fatima del buon suggerimento, a quanto credeva, Badrulbudur continuò a conversar con lei sopra altri argomenti, ma non dimenticò l’uovo di roc, e si ripromise di parlarne ad Aladino appena tornasse dalla caccia, essendo già sei giorni ch’ei vi era andato; ed il mago, il quale non ignoravalo, aveva voluto approfittare della di lui assenza. Tornò egli il medesimo giorno verso sera, nel momento appunto che la falsa Fatima erasi congedata dalla principessa, per ritrarsi nel suo appartamento. Arrivando, salì alle stanze della consorte ch’eravi allora rientrata, la salutò, abbracciolla, ma gli parve ch’ella lo ricevesse con freddezza. — Mia cara,» diss’egli, «non iscorgo in voi la medesima giovialità che son solito trovare. È accaduta qualche cosa durante la mia lontananza che vi sia dispiaciuta, e v’abbia cagionato dolore o malcontento? In nome di Dio, non celatemi cosa alcuna; non v’ha nulla ch’io non sia pronto a fare per dissiparlo, se sta in mio potere. — È poca cosa,» rispose la prin-