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libero, e, scorgendo che quelli venivano alla sua volta, fece con molto maggior giubilo una parte del cammino, perchè vedeva già ben avviata la sua astuzia. Uno degli eunuchi, presa la parola, gli disse: — Santa donna, la principessa vi vuol vedere: venite, seguiteci. — La principessa mi fa troppo onore,» rispose la finta Fatima; «eccomi pronta ad obbedirla.» E in pari tempo seguì l’eunuco, il quale aveva già ripresa la via del palazzo.

«Quando il mago, che, sotto un abito di santità, nascondeva un cuore diabolico, fu introdotto nella sala delle ventiquattro finestre ed ebbe scorta la principessa, esordì con una preghiera contenente un’enumerazione lunghissima di voti e di augurii per la sua salute, la prosperità sua e l’adempimento di tutto ciò che potesse desiderare. Spiegata poscia tutta la sua rettorica d’impostore e d’ipocrita per insinuarsi nell’animo della donna, sotto il manto di una finta pietà, gli fu tanto più agevole riuscire, in quanto che la principessa, d’indole buona, era persuasa che tutti fossero buoni al par di lei, quelli e quelle specialmente che faceano professione di servir Iddio nel ritiro.»


NOTTE CCCXL


— Sire,» proseguì Scheherazade, «terminata che ebbe la falsa Fatima la lunga sua arringa: — Mia buona madre,» le disse la principessa, «vi ringrazio delle vostre fervorose preci; confido e spero che Iddio vorrà esaudirle; avvicinatevi, e sedete qui, vicino a me.» La falsa donna sedè con modestia affettata, ed allora, ripigliando il discorso: — Mia buona