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questi, più riservati, baciavanle il lembo della veste, e quelli, sia che avessero il mal di capo, oppure che la loro intenzione fosse d’esserne preservati, le s’inchinavano davanti, affinchè v’imponesse sopra le mani, cosa ch’egli faceva borbottando alcune parole a guisa di preci, imitando così bene la santa donna, che ciascuno lo prendeva per lei. Dopo essersi spesso fermato per soddisfare queste sorta di persone, le quali non ricevevano nè ben nè male da simili imposizioni di mani, giunse finalmente alla piazza del palazzo di Aladino, dove essendo maggiore l’affluenza, maggiore fu pur la premura di accostarsele, ed i più forti e zelanti fendendo, per farsi luogo, la calca, suscitaronsi da ciò molte querele, il cui strepito fecesi udire sin nel salone delle ventiquattro finestre, dove allora trovavasi la principessa Badrulbudur.
«Domandò questa la causa di quel tumulto, e siccome nessuno gliela sapeva dire, comandò di andar a vedere, e tosto si tornasse a renderlene conto. Ma senza uscire dalla sala, una delle sue donne guardò per la gelosia, e corse a dirle che quel rumore proveniva dalla folla di gente che stava intorno alla santa donna per farsi guarire dal mal di capo, mediante l’imposizione delle sue mani.
«La principessa aveva inteso da gran tempo parlar molto bene della santa donna, ma non avendola mai veduta, ebbe la curiosità di mirarla e conversare seco lei; per la qual cosa, dimostratone qualche intenzione, il capo de’ suoi eunuchi, che trovavasi presente, le disse, che se lo desiderava, era facile farla venire, e che dovesse comandare. La principessa acconsentì, ed egli tosto mandò quattro eunuchi, con ordine di condurre in casa la falsa santa donna.
«Appena furono usciti dalla porta del palazzo, e si vide che venivano verso il sito dove stava il mago mascherato, la folla si dissipò; il ribaldo, trovatosi